Dalla quarta di copertina:
Nessun delitto, nessun colpevole. Ma per il giovane maresciallo Massimo Liberti, colpevoli in questa intricata vicenda ve ne sono fin troppi. Attorno al misterioso ritrovamento del cadavere di una giovane e bellissima donna assassinata, si svolge un fitto gioco di ruoli dove ciascuno dei protagonisti facilmente passa dall’essere colpevole a vittima.
Nell’intricato labirinto di segreti inconfessati e doppie vite latenti, l’indagine del maresciallo scopre identità nascoste, cadaveri occultati, omicidi di convenienza, pulsioni irresistibili e fatali. Non vi è limite a quello che può accadere nella brumosa provincia degli Appennini, in un arroccato paesino “che guarda all’uno e l’altro mare”. Fino alla bruciante ed indesiderata verità che porrà nel dubbio anche i sentimenti più profondi ed il senso del dovere di chi deve indagare.
Un avvincente romanzo giallo a tinte noir, colto e raffinato, che ripropone ai lettori la figura del maresciallo Liberti, laureato in filosofia e “prestato” all’arte di investigare.
DA CONTROVOCE (periodico on line):
Il maresciallo Liberti, alla seconda comparsa negli scaffali delle librerie, dopo una prima indagine pubblicata con Mondadori, si propone ai lettori con “Colpe apparenti” per i tipi di Aulino Editore, un romanzo con una trama incalzante, avvincente ed appassionata, che già nel titolo evoca atmosfere intriganti e misteriose. Il maresciallo Liberti è giovane, impulsivo, ma anche tremendamente riflessivo. Per certi aspetti ricorda un Dylan Dog con la divisa, ma nel suo modus operandi è facile scorgere tratti di Maigret e di razionalismo deduttivo alla Sherlock Holmes. Il maresciallo soffre, riflette, sbaglia. E’ capace di intuizioni illuminanti, ma anche di dubbi amletici. Solo una testarda tenacia lo tiene sulla pista del colpevole che riesce ad afferrare all’ultimo momento, prima che sia troppo tardi. In “Colpe apparenti” il maresciallo filosofo si addentrerà in una indagine che, sin dall’inizio, appare dai contorni confusi, quasi annegati in quella nebbia che dai boschi degli Appennini scende sino a valle inghiottendo ogni cosa come un magma apocalittico ed inquietante. Attorno al misterioso ritrovamento del cadavere di una donna, giovane e bellissima, si concentreranno le indagini articolate e coinvolgenti dei carabinieri di Liberti. Pian piano, mentre le pagine volano ed i crimini assumono risvolti sempre più inquietanti, grazie alla sagacia di chi investiga, si ricompone un puzzle scombinato in cui sembrano sempre mancare dei pezzi. A guidare il maresciallo ed i suoi collaboratori mille tracce e mille indizi che si intrecciano le une con gli altri, mentre i ruoli di vittima e carnefice si confondono e sovrappongono, sino ad un sorprendente e per nulla scontato finale, carico di suspense e di drammaticità. Lo stile di Barbera è raffinato, scorrevole ma anche graffiante, permeato da una vena umoristica che alleggerisce la tensione narrativa, piacevolmente intriso di quei riferimenti filosofici che rappresentano per il maresciallo una sorta di “scuola di vita” ed un rifugio nei momenti difficili. Un giallo che ha tutti gli ingredienti per diventare un “classico” del genere e fa venir voglia di leggere ancora, di seguire Massimo Liberti e la scia fumosa del suo mezzo toscano, mentre percorre le strade impervie dei boschi dell’Appennino o chissà dove altro lo condurranno i suoi casi misteriosi. L’autore ci ha già dato prova delle sue doti di narratore capace con le sue precedenti opere e “Colpe apparenti” ne rappresenta la gradita conferma. Un libro da leggere assolutamente, anche per i non appassionati del genere.
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