Ne parlavamo l'altro giorno con alcuni amici giallisti (lettori e scrittori).
Per chi ha la passione del romanzo giallo o, comunque, di genere "affiliati" come il legal o l'hard boiled, etc...etc... è diventato quasi impossibile trovare trame che siano originali (al 100%) o, comunque, trame che siano innovative rispetto a certi stereotipi o a scontatissimi delitti.
Quanti modi esistono di uccidere un uomo ( o anche donna)?
Questo è il dilemma.
Alla fine, uno di noi, un medico (manco a farlo... apposta) ha detto che la molteplicità si riduce ad una sola: l'arresto cardiocircolatorio.
L'uovo di colombo?
No, piuttosto s'è scatenato un putiferio...
Alla fine dal raffronto tra il vecchio ed il nuovo è emerso che, comunque, il delitto è "donna"... nel senso che le donne sono sempre più fantasiose nello scovare mezzi per uccidere (l'avete sentita quella del panetto di burro piazzato in gola al marito che si doveva sciogliere e poi non si è sciolto? ... E' stato definito il delitto quasi perfetto...)
Dopo la discussione, mi sono fermato a riflettere.
Alla fine non è importante la circostanza in sé di come avvenga l'uccisione, ma il fatto in sé dell'omicidio.
Togliere la vita ad un uomo... non è mai banale.
E ciò sia che avvenga in modo massificato (stragi, stermini, etc...) sia che avvenga nel buio di una camera del più isolato albergo di periferia nel più sofisticato dei delitti.
Nessuno ha il diritto di uccidere. Un delitto è un delitto.
E' sempre qualcosa di esecrabile e di profondamente inumano.
Dovremmo riflettere su questo.
Naturalmente... nessuno ci vieta di leggere i gialli e di "inventarci" tutti gli assassinii che vogliamo.
Ma questo è un altro discorso.
Ciao, salutoni M.
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